L'Associazione Italiana di Campanologia al 3° Glockensymposium ECC-ProBell a Kempten

Quattro anni dopo l'ultimo simposio ECC-ProBell con circa 160 esperti di campane, l'Università delle Scienze Applicate di Kempten (Germania) ha ospitato il 3° Simposio di Campanologia, tenutosi il 20 e il 21 settembre 2022 ed esteso per la prima volta oltre i confini dell'area tedescofona.

Il suono delle campane è noto in Europa fin dall’Alto Medioevo e da allora ha sempre influenzato la storia culturale europea. Ancora oggi le campane e il loro suono continuano ad affascinare le persone, anche indipendentemente dal loro orientamento religioso. Oggi, quindi, appare doveroso far riconoscere e tutelare le campane e il loro suono come beni culturali materiali e immateriali. Affinché le campane possano continuare a suonare, è necessario risolvere i problemi tecnici complessi e impegnativi che non solo influiscono sulla qualità del suono, ma interessano l'aspettativa di vita della campana stessa, nonché quella di tutti i componenti ad essa associati, compresa la struttura muraria del campanile.

La nuova edizione ha voluto affrontare le domande su come il prezioso bene culturale delle campane e il loro suono possano essere promossi negli anni a venire ed essere percepiti permanentemente come parte della nostra cultura europea. Allo stesso tempo, sono state esaminate le azioni tecniche e scientifiche da intraprendere per proteggere le campane dai danni dell'usura e valorizzarne al massimo le qualità sonore.

Al convegno ha preso parte anche una delegazione dell'Associazione Italiana di Campanologia, composta dal vicepresidente Romeo Dell’Era e dal tesoriere Paolo Bordoni, in rappresentanza della realtà italiana. Con una presentazione dedicata alla variegata ricchezza dei sistemi di suono nel nostro Paese, sono state portate all'attenzione problematiche proprie dei sistemi a rotazione completa, sia a battaglio volante, come il sistema Bolognese, che a battaglio cadente, come l'Ambrosiano e il Veronese, ed è stato sottolineato come questa pluralità campanologica italiana rappresenti un punto di forza per il nostro Paese, ma comporti anche numerose sfide nella conservazione del patrimonio campanario (materiale e immateriale). Le numerose domande poste dai partecipanti testimoniano la curiosità e l’interesse internazionale per la nostra realtà, spesso ignorata all'estero e limitata a una dimensione folkloristica. In concomitanza con il simposio sono stati distribuiti i volumi degli Atti, in cui è presente anche l’articolo scientifico legato a questa presentazione.

I numerosi momenti di discussione libera sono stati un importante impulso per lo scambio e il confronto tra esperti e studiosi non solo provenienti da diversi Paesi d'Europa (Francia, Belgio, Slovenia, Austria, Svizzera, Polonia e naturalmente Germania, per citarne alcuni), ma anche appartenenti a diversi settori professionali, come un dibattito campanologico completo esige: dalle ditte di manutenzione agli uffici del beni culturali, dai dipartimenti di etnomusicologia ai musei ed agli istituti di ricerca.

Ad arricchire l'evento sono state alcune visite guidate ai laboratori dell'Università e al campanile della vicina chiesa di St. Ulrich, unitamente a delle tavole rotonde in cui i partecipanti venivano chiamati ad esprimersi in merito ad alcune importanti tematiche. Il risultato delle consultazioni sarà il punto di partenza per ulteriori collaborazioni finalizzate a trovare soluzioni comuni per una gestione sostenibile e duratura delle campane, nel rispetto delle diverse tecniche di suono e delle variegate sensibilità culturali europee.

Il 3° Glockensymposium ha così segnato l’ingresso della campanologia italiana in una rete internazionale di ricerca e sviluppo. I numerosi contatti stretti in questi due giorni a Kempten rappresenteranno un ulteriore contributo per una maggiore conoscenza e tutela del prezioso patrimonio campanario italiano.

Paolo Bordoni