Sistemi di suono dell'Italia meridionale


Questa parte dell'Italia rispetto al Nord presenta un oggettivo calo della qualità media dei bronzi, dell'attenzione per l'intonazione reciproca di questi ultimi riuniti in concerto e un calo del numero di pezzi in un concerto. Sebbene la tradizione popolare e più blasonata attribuisca al meridione la paternità e le radici di certi primi utilizzi campanarii attorno al V-VI sec d.C. e sebbene regioni come il Molise siano ritenute famose perfino nei testi scolastici per la produzione di campane, le tradizioni ivi riscontrate si compongono di tecniche molto primitive e sono andate quasi tutte perdute.
Premesso ciò aggiungiamo anche che non essendo la base della penisola particolarmente colma di cultori di arte campanaria e simili, stiamo affrontando uno di quei territori ancora campanariamente inesplorati in cui non è detto che non esistano gioielli o tecniche di suono finora sommerse alla visione mediatica dei più.
I tipi di montaggio più comuni sono lo slancio e il suono a martello o a battaglio con campane fisse.
Anche per queste zone vale lo stesso discorso utilizzato per l'Italia Centrale: la possibile presenza di sistemi a campane bilanciate (ambrosiane o mezze ambrosiane comunque a battaglio cadente) è da attribuirsi nella maggior parte dei casi alla provenienza nordica dei bronzi o ad elettrificazioni recenti con lo scopo di preservare la stabilità delle torri antiche dalla trazione che il montaggio a slancio eserciterebbe su di queste..

Sistemi di suono a campane ferme

Allo stato attuale delle ricerche, non abbondando la zona in questione di trattati su questo tipo di argomenti, siamo solo in grado di dire che prevalgono i sistemi di suono a campane ferme sia in Sicilia che in Calabria sulla maggior parte del territorio con le dovute eccezioni (per le motivazioni già spiegate).

Il Sistema Sorrentino (spunti e foto dal fascicolo a cura della parrocchia della SS. Trinità)

Chiamato così perchè un tempo era diffuso su tutta l'intera penisola Sorrentina oggi è praticato manualmente e con costanza dal solo gruppo dei giovani Campanari (in dialetto sonacampane) della Parrocchia della SS. trinità di Trinità frazione Piano di Sorrento (NA)(link is external). Questo sistema prevede il suono manuale dalla cella.
I campanili di questa zona sono tutti molto simili tra loro esteticamente e custodiscono intorno a 3-4 campane ciascuno con la maggiore al centro della cella inceppata a slancio e azionata da due staffe dalle quali scendono due funi e solitamente in grado di essere posizionata a bicchiere e femarsi in questa posizione da uno dei due lati grazie ad una barra solidale sul castello sui cui la campana grazie ad una delle sue aste "si siede".


La disposizione dei bronzi in cella

Le due campane minori sono suonate grazie a funicelle legate ai battagli e solo per occasioni particolari possono eventualmente oscillare o andare in piedi suonando singolarmente.

In queste zone sono assai tipiche alcune esecuzioni a campane ferme dal ritmo incalzante chiamate romanelle, simili a tarantelle molto calorose e anche piacevoli da vedere; la loro esecuzione è infatti così ritmica che si ha la sensazione che i campanari danzino per tenere il tempo coinvolgendo in qualche modo anche il corpo. Le romanelle tra l'altro aprono e chiudono la concertazione solenne più comune e tipica (sonata a gloria) che a differenza di queste vede il campanone suonato a bicchiere. La messa in piedi del campanone si compone di una fase detta lancio o avvio in cui la campana viene portata a capasotto con oscillazioni progressive durante le quali il bronzo non suona grazie ad un campanaro che ne evita la percussione bloccando il battaglio finchè è consentito; raggiunta una certa quota non è più possibile compiere tale operazione neanche saltando e la campana inizia a suonare (da sola) finche non raggiunge la posizione a bicchiere.


Inizio della fase di avvio o lancio

Inizia così la fase di assolo che può durare anche molto e si compone di improvvisazioni ritmiche delle due campane minori che fanno più o meno sospirare la chiusura con la maggiore che può andare a bicchiere da una parte e dall'altra senza pause o da una parte sola e attendere in quella posizione. La fase di arresto segna la fine della concertazione solenne ed è analoga ma contraria alla fase di avvio.
Le differenze tra i segnali sono contemplate in variazioni nella tecnica nell'ordine dei suoni e nella scansione ritmica di questi visto che in questo luogo si hanno a disposizione pochi elementi basilari (3 campane).
Altre sonate tipiche per occasioni specifiche sono quella di estremo saluto ai defunti con variazioni tramandate oralmente e utilizzate in base alla persona per cui si sta celebrando il funerale; al pari di altre tradizioni infatti ci sono segnali differenti per le diverse persone per le quali si stanno celebrando le esequie (un bambino, una personalità ecclesiastica, un campanaro ecc..).
La sonata "a Gloria" viene sostituita nel periodo quaresimale da quella di quaresima che si differenzia dalla prima per non avere la campana maggiore lanciata.
In questa tradizione così come in in altre (anche se in momenti diversi durante l'anno), in un particolare periodo liturgico viene eseguita la cosiddetta "quarantore", un periodo più o meno lungo 40 ore per l'appunto (che può cadere tra febbraio e marzo) durante il quale il servizio liturgico campanrio viene svolto in maniera fitta più e più volte durante la giornata con suonate molto più lunghe e articolate.